Le emozioni sono il colore della nostra vita! Senza emozioni non c’è movimento e senza movimento non c’è emozione.
Il cambiamento è sempre guidato da un’emozione che lo ha generato, senza questa spinta non ci sarebbe nessuna motivazione abbastanza forte per spingersi da uno stato energetico ad un altro.
Le esperienze che hanno superato ogni limite fisico hanno tutte una fonte comune che sgorga direttamente dal livello spirituale ed emozionale.
I bambini, dalla nascita fino ai primi anni di vita, hanno un movimento sempre molto legato alle loro emozioni: se sono arrabbiati non faranno fatica a pestare i piedi o ad agitarsi con le mani mollando anche qualche sonoro ceffone, fino a quando un adulto non comincerà a punirli con un’azione di forza limitando i loro confini naturali.
I bambini, in genere, se non hanno subito traumi particolari, non fanno nessuna fatica ad essere coerenti con il loro corpo, perché nella fase di crescita non sono ancora stati codificati alcuni modelli rigidi di educazione o di convenzione sociale; in realtà, i bambini si sentono come all’interno di un immenso parco giochi dove vivono una grande opportunità di provare esperienze nuove……poi crescono, e a furia di: “non farlo perché non sta bene”, “non dire queste cose!” “smettila di piangere!” “non voglio vederti così”, incominciano a mettere a tacere anche quelle reazioni spontanee del corpo che farebbero invece tanto bene ad una comunicazione emozionale corretta con se stessi e con gli altri.
Un grosso alibi che accampa buona parte delle persone ha a che fare con l’accettazione del gruppo (famiglia, scuola, lavoro, tempo libero). Il modello proposto dai media è sempre quello di esseri umani contenti, che vivono situazioni nelle quali va sempre tutto bene e dove l’unica preoccupazione esistente parrebbe quella di aumentare a livello esponenziale il proprio benessere. L’individuo triste non piace a nessuno e quindi bisogna fare di tutto per bandire quello stato psicologico o, almeno, guardarsi bene dal mostrarlo.
Nella danza, le emozioni sono sempre rientrate nell’aspetto che dava enfasi ad un personaggio scenico ma non certamente il primo elemento sul quale lavorare. Prima di tutto era necessario che un braccio fosse nella posizione convenzionale perfetta, la punta del piede ben distesa e i gradi di flessione del corpo fossero rigorosamente rispettati!!…Subito dopo, se si voleva rendere la performance veramente di pregio, si poteva aggiungere un tocco d’interpretazione personale, se non erano state esaurite prima tutte le energie nell’essere perfetti!
Queste osservazioni sono comunque principalmente riferite ad un mondo per sua natura piuttosto rigido e formale, come quello della danza classica. Nei secoli, sono nate forme espressive diverse che hanno infranto ogni regola e convenzione creando, senza dubbio, modi di comunicazione nuovi. Le emozioni rimangono comunque al centro del motore umano. Oggi, nella ricerca sull’espressività, si esplora prima l’emozione e poi si guardano le modalità con le quali il corpo la esprime.
Il corpo è il diario della vita e delle difficoltà di comunicazione vissute negli anni; se il corpo si è creato per sopravvivere delle “corazze” (come diceva Alexander Lowen, padre della bioenergetica) per non sentire il dolore, sicuramente quelle aree sono bloccate, l’emozione non arriva e il corpo rimane fermo, silente, insensibile ed incapace di dare voce a ciò che si è mosso nel profondo.
Nelle mie esperienze con la danzaterapia, uno degli ostacoli più comuni che riscontrano le persone, nell’approccio al movimento, è quello della “censura mentale”: la mente reputa il corpo goffo, rigido o non abbastanza degno di esprimersi nella sua verità. Questo è senz’altro il primo grosso ostacolo; non parliamo poi della situazione, non secondaria, in cui ci troviamo quando siamo inseriti in un piccolo gruppo di persone che potrebbe, anche involontariamente, GUARDARCI!….E forse GIUDICARCI!
Il mondo della liberazione emozionale può essere raggiunto quando la persona si sente al “sicuro”, certa che nel contesto nel quale si trova, i membri che ne fanno parte sono disponibili a condividere l’esperienza in modo amorevole e senza giudizio. All’inizio di ogni cammino è giusto vivere in tutta libertà e serenità le meraviglie sconosciute del corpo e delle sue emozioni scoprendo, in modo sorprendente, che sono tutte allo stesso modo “degne” e importanti perché fanno parte di un unico grande sentire che è il sentire stesso della vita.
Grazia Spinolo
Chi volesse contattare direttamente Grazia per informazioni sui percorsi da lei proposti può scrivere direttamente a questa mail: grazia.spinolo@tiscali.it oppure telefonare al n° 3474460439.