Racconta Vemu Mukunda: “Perché l’emozione deve esternarsi nella voce? Perché c’è un forte legame tra le emozioni ed il corpo. Ogni emozione è collegata ad una consapevolezza del corpo. Prendiamo un’emozione, per esempio, la paura: quando parliamo, abbiamo la frequenza della paura nella voce. Quella frequenza viene fuori a causa della coscienza del corpo che è situata in un particolare punto: quando abbiamo paura, abbiamo la coscienza del corpo poco al di sopra dell’ombelico. Ansietà, paura, si fermano in quel punto e in inglese si dice “avere le farfalle nello stomaco”, perché si ha una sensazione di disagio nell’addome”.
Vi sono alcuni tratti fisici caratteristici della paura: occhi sbarrati, bocca un poco aperta., inoltre, se la paura è intensa ci si paralizza.
E’ interessante notare come lo Yoga del Suono e la Meditazione Buddista ritengano che la paura più grande sia quella legata alla “perdita”: perdere la propria vita, perdere gli affetti, perdere i propri beni…
Una paura che ci allontana dal qui e ora,una paura che ci sposta dal nostro centro, dalla nostra accordatura.
Ed è ancora più interessante che la risposta alla “paura”, non sia legata al diventare coraggiosi o più forti ma alla gioia e al sorriso.
Lo Yoga del Suono ci suggerisce di trasformare la nostra paura in gioia e la Meditazione Buddista, utilizzando parole simili, ci insegna a guardare la paura, sorridendole, mettendo così da parte il rischio che questa si trasformi in rabbia o aggressività.
La paura diventa quindi un’emozione in grado di migliorare la nostra consapevolezza, un mezzo per rimanere in accordatura con il Tutto.
Isabella borghetti e Ida Sommovigo
Mi sembra una cosa opportuna avere un atteggiamento gioioso in genere, ma alle volte è difficile per alcune persone. Comunque bisogna pur cominciare da qualcosa… quindi un bel sorriso è sempre un efficace toccasana. 🙂